data certa gratis
Foto di Jon Tyson

Conferire data certa ad un documento digitale o digitalizzato con gli strumenti gratuiti di Diritto Pratico

Mi sono ritrovato tra le mani l'originale della nota qui sopra, scritta di pugno il 30 novembre 2017. Un semplice foglio di carta dove è riportato testualmente: "questa nota è stata scritta di pugno esattamente il 30/11/2017 (IUG:SE-8285B0). Con quale grado di certezza è possibile affermarlo?".

Per conferirgli data certa avevo provveduto a fotografarla, salvare l'immagine in formato jpg e trascinare il relativo file sulla pagina per il calcolo dell'impronta chiedendo all'app di annotare quest'ultima sul Registro Pubblico delle Impronte Informatiche. Il tutto in pochi secondi e senza spendere un centesimo.

Vediamo oggi se davvero possiamo dimostrare che quel messaggio sia stato scritto proprio il 30 novembre 2017 e non, ad esempio, il mese prima o quello successivo.

Anzitutto scarichiamo il file relativo alla copia per immagine dell'originale. Nello specifico si tratta di un file in formato jpg di circa 188kb. Esaminando le proprietà dell'immagine possiamo rilevare come i dati Exif (metadati specifici associati al momento dello scatto dalla fotocamera) riportino come data di acquisizione il 30/11/2017 ore 22:53:54. Bene, finita qui? Certo che no, e non devo certo spiegarvi come sia semplice alterare a piacimento i dati exif di un immagine (chiedete a google "exif editor online")... Serve qualcosa di più!

Trasciniamo ora il file "testdatacerta.jpg" sull'app per il calcolo dell'impronta. L'app ci indicherà che l'impronta SHA256 del file è 20650fca60335e0e9ae24852cdb4d151dff0bbb80c3e9715b8f78f84d96f60cf e che tale impronta risulta annotata sul Registro Pubblico delle Impronte Informatiche dal 30 novembre 2017 ore 23:00:07.

Come sappiamo un'impronta informatica può riferirsi in modo univoco soltanto al file dal quale è stata calcolata. Quindi se al 30 novembre 2017 esisteva l'impronta, necessariamente esisteva il file che quell'impronta ha generato. Ovvio corollario che il documento cartaceo originale preesistesse, a sua volta, alla sua immagine acquisita digitalmente.

Ok, ma devo fidarmi di quello che mi dice il calcolatore d'impronte? Certo che no. Ci serve il registro di novembre marcato temporalmente dove l'app ci dice essere annotata la nostra impronta. Scarichiamo dunque il registro di novembre 2017 in formato ".tsd" (il formato TSD è quello che contiene sia la marca temporale che il file originale oggetto di marcatura).

Verifichiamolo con la nostra "chiavetta". Il file è integro, la marca temporale valida ed il relativo certificato attendibile. Ciò attesta che tutte i files le cui impronte risultano annotate nel registro sono veramente stati formati in data anteriore a quella della marca temporale che nello specifico è stata apposta il 1 dicembre 2017 alle ore 7:37 del mattino.

Ok, abbiamo per adesso una certezza "scientifica" sul fatto che quel documento sia stato formato in data precedente al 1 dicembre 2017 e plausibilmente prima della data e dell'ora di annotazione. 

Ma il nostro "appunto", nella realtà, potrebbe anche essere stato scritto molto tempo prima del 30 novembre 2017: un mese o anche due, tre anni prima.

Il testo fa tuttavia riferimento al codice IUG associato al 30 novembre 2017. Vediamo come questo possa costituire un “paletto” temporale del tipo “non prima del”.

Anzitutto constatiamo che il codice IUG:SE-8285B0 risulta anch’esso annotato sul registro di novembre prima scaricato. Dobbiamo solo verificare se questo sia attendibile.

Clicchiamo sul link riportato nel registro pdf e saremo trasferiti sulla pagina di verifica.

Anche in questo caso: possiamo fidarci della verifica automatica eseguita dall’app? Potremmo ma non vogliamo! 

Seguiamo allora tutti i passaggi indicati dall'applicazione per la verifica "fai da te" dell'Identificativo Unico Giornaliero:

Il codice IUG è composto da due blocchi: il primo è formato da due caratteri alfanumerici generati casualmente dalla piattaforma giorno per giorno; il secondo è composto da sei caratteri alfanumerici ottenuti considerando i primi sei dell'impronta MD5 calcolata sulla codifica in base64 di un feed RSS di notizie "ultim'ora" acquisito al momento della generazione del codice. In tal modo ogni IUG sarà univoco e sicuramente generato in data successiva a quella delle notizie riportate sul feed RSS associato.

Per verificare "manualmente" la validità/attendibilità del codice IUG:SE-8285B0 attribuito univocamente alla data del 30-11-2017 dobbiamo procedere come di seguito:

  1. clicchiamo sull'area contenente il feed RSS codificato in base64 per selezionare tutto il testo
  2. copiamo il testo selezionato con CTRL+C (windows) CMD+C (mac) o tasto destro -> copia
  3. calcoliamo l'impronta MD5 del testo copiato avvalendoci di un qualsiasi servizio online (cerchiamo su internet "MD5 online")
  4. verifichiamo che l'impronta calcolata sia proprio 8285B0E723F4387DABDBDA4DEDC8FCDF
  5. verifichiamo in particolare che i primi sei caratteri dell'impronta corrispondano al secondo blocco del codice IUG 8285B0
  6. decodifichiamo il contenuto del testo copiato avvalendoci di un qualsiasi servizio online (cerchiamo su internet "base64 decode online") per ottenere il codice xml relativo al feed RRS associato al codice IUG
  7. se il tracciato xml del feed ci è poco comprensibile possiamo interpretarlo avvalendoci di uno dei tanti servizi online (cerchiamo su internet "parse rss xml online")
  8. esaminando le notizie possiamo verificare, cercando un po' su google, che si tratta di fatti tutti risalenti al 29 e al 30 novembre 2017 come ad esempio la morte del Generale Croato Slobodan Praljak . Abbiamo quindi la certezza che il codice IUG sia stato generato necessariamente dopo la pubblicazione di quel feed, quando le notizie erano note
  9. come ultima verifica apriamo una qualsiasi webapp per il calcolo dell'impronta SHA256 (cerchiamo su internet "SHA256 online")
  10. copiamo e incolliamo il codice IUG SE-8285B0 e a fianco, senza spazi, il testo del feed RSS codificato in base64
  11. possiamo così verificare che l'impronta calcolata 3c7a9a9d5d5971623015aea3ad392330bcad7c693d0214e9443dfbea26b8d1a0 risulta annotata sul Registro Pubblico delle Impronte Informatiche il 30 novembre alle ore 00:00:25.

Bene, tirando le somme abbiamo individuato due paletti temporali certi:

  1. uno del tipo "non dopo il" costituito nella marca temporale e individuato nella data del 1 dicembre 2017 ore 7:37 del mattino;
  2. uno del tipo "non prima del" individuabile nel 29 novembre 2017, rappresentato dalla data di un evento che inconfutabilmente sappiamo essere accaduto in una data specifica (es. la morte del Generale Praljak).

Possiamo quindi affermare che il nostro "appunto" è stato scritto sicuramente fra il 29 novembre 2017 e la mattina del 1 dicembre 2017. Non un giorno prima del 29 novembre, né un giorno dopo il primo dicembre. Anzi, plausibilmente è stato formato prima della data dell'annotazione dell'impronta sul registro (30 novembre 2017 ore 23:00:07) e dopo la pubblicazione del feed da parte di "Rai Televideo" utilizzato per la generazione del codice IUG:SE-8285B0 che, considerando l'ora dell'ultima notizia, risale almeno alle ore 23:50 del 29 novembre 2017.

Ricapitolando, l'appunto è stato formato plausibilmente fra le 23:50 del 29 novembre e le 23:00 del 30 novembre comunque certamente fra il 29 novembre 2017 e la mattina del 1 dicembre 2017.

Un grado di precisione che con semplici accortezze può anche essere migliorato (ad esempio avendo cura di catturare uno snapshot dalla wayback machine subito dopo l'annotazione e/o scaricando il registro parziale marcandolo temporalmente in proprio) ma che in molte situazioni può essere più che sufficiente.

Si pensi ad uno stato dei luoghi modificato più volte nel corso del tempo del quale sia fondamentale poterne dimostrare l'evoluzione nell'ambito di un giudizio possessorio per avvalorare o contrastare un'eccezione di tardività dell'azione. Oppure, più semplicemente, alla collocazione nel giusto ordine temporale una serie di foto, di filmati o di documenti in genere.

Fondamentale è che il codice IUG faccia intrinsecamente parte del documento cui si riferisce, sia esso un testo, un'immagine, un video o una registrazione audio. Non può essere apposto a posteriori, non avrebbe senso! In una foto, ad esempio, deve essere ripreso nello scatto, proprio come si fa - per ottenere lo stesso risultato - quando si inquadra oltre al soggetto anche la prima pagina di un quotidiano. Solo in tal modo, potendo escludere il fotomontaggio, potremmo avere la ragionevole certezza che la foto sia stata scattata non prima che il codice IUG fosse reso noto.