Tragedia al Giglio. Schettino a giudizio. Processo il 9 luglio
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- Creato Giovedì, 23 Maggio 2013 10:27
- Pubblicato da CORRIERE DI MAREMMA
GROSSETO. Rinvio a giudizio per il comandante Francesco Schettino imputato nel processo per il naufragio della Costa Concordia al Giglio, nella notte del 13 gennaio 2012. Nell'incidente morirono 30 persone e due risultano ancora disperse. L'udienza è stata fissata al prossimo 9 luglio presso l'aula ricavata nel teatro Moderno dove finora si è tenuta l'udienza preliminare. Il giudice per l'udienza preliminare Pietro Molino ha rigettato la richiesta di nuove perizie fatte dalla difesa del comandante. Secondo il gup le richieste di integrazione all'incidente probatorio sono "irrituali e superfine vertendo su terni già oggetto di ampia analisi nell'incidente probatorio". Molino ha anche revocato la misura dell'obbligo di soggiorno a Meta di Sorrento per il comandante, "tenuto conto del corretto comportamento tenuto fino a questo momento".
"La piattaforma fornita dalla pubblica accusa contiene (più che) sufficienti indizi di colpevolezza per giustificare il rinvio a giudizio dell'imputato" Francesco Schettino. Lo serive il gup Pietro Molino nell'ordinanza. Secondo il gup gli indizi di colpevolezza si desumono da fondi di prova come: esiti dell'incidente probatorio; dichiarazioni di testimoni; sopralluoghi della polizia giudiziaria; l'interrogatorio di Schettino in sede di udienza di convalida dell'arresto successivo al naufragio; intercettazioni telefoniche e ambientali. Schettino, arrestato dai carabinieri un anno fa, durante l'interrogatorio di garanzia aveva sostenuto di essere caduto su una lancia, che poi lo aveva portato in salvo. Schettino "ha fatto prima rallentare la nave, onde poter terminare in tranquillità la propria cena prima del previsto punto di accostata, e facendo poi successivamente accelerare, e così mantenendo una velocità prossima ai 16 nodi nonostante la prossimità di ostacoli, la presenza di bassi fondali, le capacità di manovra della nave con speciale riferimento alla distanza di arresto e dalle sue qualità evolutive nelle condizioni del momento e l'ora notturna". Lo si legge nel decreto di rinvio a giudizio. Così facendo non aveva più "tempi e spazio per agire in maniera appropriata ed efficiente per arrestare il natante entro una distanza adeguata alle circostanze e alle condizioni del momento". Francesco Schettino è colpevole di "non essere sceso per ultimo da bordo della nave Costa Concordia, della quale era comandante. Così - continua il decreto - abbandonando centinaia di persone delle quali doveva avere cura nella sua qualità di comandante, incapaci di provvedere a se stesse. Gli atti di indagine evidenziano nella gestione dell'avvicinamento della Costa Concordia al Giglio l'ipotesi di plurimi deficit colposi", "ma non invece l'ipotesi dell'iniziale assunzione di un rischio `assurdo' quale quello di portarsi vicino alla costa, operazione che avrebbe potuto compiersi in condizioni di sicurezza". Patteggiamenti Il gup ha fissato all'8 luglio prossimo l'udienza per decidere in merito alla richiesta di patteggiamento avanzata da cinque dei sei imputati. Ad avanzare le richieste di patteggiamento erano stati gli ufficiali Ciro Ambrosio e Silvia Coronica; il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin; l'hotel director Manrico Giampedroni e il direttore dell'unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini. "Stima e rispetto" sono state espresse dal legale dell'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Pepe, in merito alla decisione del gup di non accogliere le richieste di integrazione all'incidente probatorio richieste dagli stessi legali. Dal 9luglio il comandante Schettino, che "è già rimasto solo" ha detto ancora il legale, andrà a dibattimento. Francesco Schettino aveva chiesto di fare una perizia su un campione di acciaio dello scafo della nave Costa Concordia. Motivo, verificare se sia stato impiegato materiale corretto per la costruzione del transatlantico. La difesa di Schettino ha spiegato di aver formulato anche questa richiesta, tra le altre, perché l'incidente probatorio di ottobre scorso si limitò a valutare la corretta realizzazione della nave esaminando solo le certificazioni, senza, invece, svolgere anche delle prove empiriche, e neppure raccogliendo campioni di materiali dal relitto. Schettino aveva chiesto nuove perizie anche sul funzionamento delle porte srgne, delle pompe di sentina, del generatore di emergenza, oppure su quanta influenza ebbe sull'impatto contro gli scogli del Giglio la manovra sbagliata dal timoniere che non capì gli ordini. Soddisfatto il procuratore "L'esito di questa udienza preliminare ha confermato in toto quello che era l'impianto accusatorio". Lo ha affermato il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, ribadendo che "Schettino è il principale responsabile di quanto accaduto". "Sono sereno, andrò al dibattimento sapendo che potrò spiegare con calma i fatti avvenuti" ha detto Francesco Schettino a chi gli chiedeva un commento sul rinvio a processo. "Trattandosi di un incidente tecnico - ha detto Schettino - si deve entrare nei tecnicismi e c'è quindi bisogno di spiegare con calma" quanto accaduto. A chi chiedeva se avesse fatto errori, ha risposto: "Ho risolto errori. Purtroppo il destino non lo serivo io. La galera non pulisce le coscienze, se non hai la coscienza a posto", ha anche detto Schettino, ribadendo di andare sereno al processo. I collegio giudicante che dal 9 luglio prenderà in carico il processo che vede alla sbarra Francesco Schettino dovrebbe essere composto da Giovanni Puliatti, presidente della sezione penale del tribunale di Grosseto e dai giudici a latere Sergio Compagnucci e Marco Mezzaluna.
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